Articolo Il mondo animale Diritti degli animali
Gli allevamenti intensivi freccemercoledì 11 settembre 2013      


Un'altra negazione molto evidente dei diritti animali sono indubbiamente gli allevamenti intensivi. Questi posssono essere benissimo paragonati a dei e propri lager, che impediscono agli animali stessi, l'appagamento dei loro bisogni primari, per es essi non possono muoversi liberamente e neanche girarsi su se stessi, in quanto stipati l'uno vicino all'altro. Questo perchè troppo spazio a loro disposizione sarebbe antieconomico, poichè gli animali muovendosi di più, brucerebbero più calorie e perciò non ingrasserebbero in fretta, come invece impone la legge su cui si basanno gli allevamenti intensivi.

Gli allevamenti intensivi sono quindi fonte di sofferenza e una continua tortura per questi poveri animali. Questo tipo di allevamento coinvolge varie specie animali: vitelli, mucche, maiali, pecore, galline. Le mucche vengono sfruttate al limite delle loro forze per produrre più latte possibile per le industrie, una volta che non sono più in grado di svolgere la loro mansione, vengono brutalmente abbattute, se non muoiono prima, e diventano carne da macello. Si tratta delle così dette "mucche a terra", l'episodio è stato più volte denunciato dall'inviato Eduardo Stoppa di "striscia la notizia", scene agghiaccianti in cui le povere mucche venivano spintonate a forza nei camion,perchè non riuscivano a tenersi in piedi, da quanto erano state sfruttate per la produzione di latte.

Gli allevamenti intensivi sono una vera vergogna per il genere umano. Una mucca mediamente in condizioni normali dovrebbe vivere intorno ai 20 anni, queste non arrivano ai 6 anni di età. I vitellini invece una volta venuti alla luce vengono brutalmente tolti dalle loro madri, perchè il latte serve solo all'industria! Dopo di che vengono rinchiusi in piccolissimi boxe nutriti con un'alimentazione priva di ferro, affinchè le loro carni siano bianche e poi vengono abbattuti e macellati. Ma le atrocità degli allevamenti intensivi non finiscono qui.

Poi ci sono le galline allevate in gabbia dette "ovaiole" e i polli stipati in piccolissimi capannoni. Le galline vengono sfruttate al massimo per produrre più uova possibile, stimolate da una luce artificiale, per far sembrare loro che è sempre giorno, ma la luce del sole non la vedono mai. I pulcini vengono brutalmente tritati vivi per divenire mangime. Insomma gli allevamenti intensivi sono espressione di menifreghismo e cattiveria allo stato puro per questi poveri animali. Non considerano gli animali degli esseri senzienti che provano emozioni e sentimenti, ma solo oggetti di consumo, carne da macello e niente di più.

Purtroppo gli allevamenti intensivi rappresentano il 99% degli allevamenti esistenti. Solo un 1% permette alle mucche di pascolare liberamente all'aria aperta. La situazione dei maiali non è migliore, questi vengono castrati senza anestesia, perchè da adulti la loro carne assumerebbe un sapore troppo forte e ciò non piace ai consumatori. Le pecore sono le uniche che vengono allevate un pò all'aperto, però anche qui vi è traccia di crudeltà, le poverine vengono tosate e perciò costrette ad affrontare i rigori dell'inverno in queste condizioni, soffrendo tremendamente il freddo, i loro piccoli, gli agnellini, emblema di innocenza e purezza, vengono uccisi e macellati soprattutto per le festività pasquali.

Che cosa possiamo fare? Innanzitutto iniziare a ridurre o eliminare il consumo di carne, perchè oltretutto si tratta anche di carne nociva, intrisa di ormoni per far crescere più in fretta gli animali. Poi bisogna tener presente un altro fatto, che gli allevamenti intensivi privano il pianeta di molta acqua, neceassaria per abbeverare il bestiame, e ciò è causa della fame del terzo mondo. Per le uova si può sceglire quelle derivanti da allevamenti all'aperto o biologiche, evitando quelle delle galline allevate in gabbia o in stipati capannoni, intrise di antibiotici, come la carne stessa, per evitare che contraggano malattie, vivendo in condizioni non affatto igieniche. Insomma fare delle piccole scelte che poi nel tempo si riveleranno delle grandi scelte, importanti per tutto il pianeta nel quale viviamo. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

kety  Abate - vedi tutti gli articoli di kety  Abate



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Gli allevamenti intensivi freccemercoledì 11 settembre 2013      

Un'altra negazione molto evidente dei diritti animali sono indubbiamente gli allevamenti intensivi. Questi posssono essere benissimo paragonati a dei e propri lager, che impediscono agli animali stessi, l'appagamento dei loro bisogni primari, per es essi non possono muoversi liberamente e neanche girarsi su se stessi, in quanto stipati l'uno vicino all'altro. Questo perchè troppo spazio a loro disposizione sarebbe antieconomico, poichè gli animali muovendosi di più, brucerebbero più calorie e perciò non ingrasserebbero in fretta, come invece impone la legge su cui si basanno gli allevamenti intensivi.

Gli allevamenti intensivi sono quindi fonte di sofferenza e una continua tortura per questi poveri animali. Questo tipo di allevamento coinvolge varie specie animali: vitelli, mucche, maiali, pecore, galline. Le mucche vengono sfruttate al limite delle loro forze per produrre più latte possibile per le industrie, una volta che non sono più in grado di svolgere la loro mansione, vengono brutalmente abbattute, se non muoiono prima, e diventano carne da macello. Si tratta delle così dette "mucche a terra", l'episodio è stato più volte denunciato dall'inviato Eduardo Stoppa di "striscia la notizia", scene agghiaccianti in cui le povere mucche venivano spintonate a forza nei camion,perchè non riuscivano a tenersi in piedi, da quanto erano state sfruttate per la produzione di latte.

Gli allevamenti intensivi sono una vera vergogna per il genere umano. Una mucca mediamente in condizioni normali dovrebbe vivere intorno ai 20 anni, queste non arrivano ai 6 anni di età. I vitellini invece una volta venuti alla luce vengono brutalmente tolti dalle loro madri, perchè il latte serve solo all'industria! Dopo di che vengono rinchiusi in piccolissimi boxe nutriti con un'alimentazione priva di ferro, affinchè le loro carni siano bianche e poi vengono abbattuti e macellati. Ma le atrocità degli allevamenti intensivi non finiscono qui.

Poi ci sono le galline allevate in gabbia dette "ovaiole" e i polli stipati in piccolissimi capannoni. Le galline vengono sfruttate al massimo per produrre più uova possibile, stimolate da una luce artificiale, per far sembrare loro che è sempre giorno, ma la luce del sole non la vedono mai. I pulcini vengono brutalmente tritati vivi per divenire mangime. Insomma gli allevamenti intensivi sono espressione di menifreghismo e cattiveria allo stato puro per questi poveri animali. Non considerano gli animali degli esseri senzienti che provano emozioni e sentimenti, ma solo oggetti di consumo, carne da macello e niente di più.

Purtroppo gli allevamenti intensivi rappresentano il 99% degli allevamenti esistenti. Solo un 1% permette alle mucche di pascolare liberamente all'aria aperta. La situazione dei maiali non è migliore, questi vengono castrati senza anestesia, perchè da adulti la loro carne assumerebbe un sapore troppo forte e ciò non piace ai consumatori. Le pecore sono le uniche che vengono allevate un pò all'aperto, però anche qui vi è traccia di crudeltà, le poverine vengono tosate e perciò costrette ad affrontare i rigori dell'inverno in queste condizioni, soffrendo tremendamente il freddo, i loro piccoli, gli agnellini, emblema di innocenza e purezza, vengono uccisi e macellati soprattutto per le festività pasquali.

Che cosa possiamo fare? Innanzitutto iniziare a ridurre o eliminare il consumo di carne, perchè oltretutto si tratta anche di carne nociva, intrisa di ormoni per far crescere più in fretta gli animali. Poi bisogna tener presente un altro fatto, che gli allevamenti intensivi privano il pianeta di molta acqua, neceassaria per abbeverare il bestiame, e ciò è causa della fame del terzo mondo. Per le uova si può sceglire quelle derivanti da allevamenti all'aperto o biologiche, evitando quelle delle galline allevate in gabbia o in stipati capannoni, intrise di antibiotici, come la carne stessa, per evitare che contraggano malattie, vivendo in condizioni non affatto igieniche. Insomma fare delle piccole scelte che poi nel tempo si riveleranno delle grandi scelte, importanti per tutto il pianeta nel quale viviamo. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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